Il Big Crunch, secondo la teoria dell'universo ciclico, è quell'evento -
uguale e contrario al Big Bang - che metterà fine a questa fase di esistenza
dello spazio-tempo. L'esplosione primaria, dicono i sostenitori della teoria,
ha dato il via all'espansione di materia ed energia; questa espansione, per via
della forza di gravità che tende ad aggregare materia ed energia in strutture
sempre più massicce, prima o poi si invertirà e si avrà una nuova
concentrazione che porterà ad una nuova
singolarità, che a sua volta darà vita a un nuovo evento che alimenterà una
nuova espansione che successivamente rallenterà, indi una nuova contrazione e
così via. Secondo alcuni scienziati, per scendere ad una scala molto minore,
anche la deriva dei continenti si invertirà e, su una scala temporale molto
vasta, la Terra avrà in un futuro lontano una nuova Pangea.
Non ci interessa qui approfondire la fondatezza e plausibilità delle
teorie cosmologiche sul futuro dell'universo e sull'evoluzione della tettonica
terrestre; ma la ciclicità degli eventi è, in qualche modo, nei fatti. E' un
inno al maestoso incedere di ciò che chiamiamo natura, vista dal belvedere
migliore, il più lontano che c'è: il tempo. Creazione e distruzione vanno a
braccetto, l'una è necessaria e conseguente all'altra. Anche i buchi neri
evaporano restituendo ciò che hanno inghiottito e trasfigurato, anche dal nulla endeiano c'è ritorno.
Il concetto di distruzione (o trasfigurazione) attiene non solo ai
fenomeni fisici e chimici estremi che si verificano nel cosmo: traslato
nell'antropologia, può essere anche un perfetto paradigma delle tendenze
suicide del genere umano, secondo quello che per secoli hanno raccontato
(preconizzato?) gli scrittori di fantascienza nei loro romanzi. Romanzi nei
quali gli uomini, come portatori del virus della distruzione, non sono ritenuti degni di colonizzare pianeti alieni e
perpetrare la loro specie, perché questa specie ha fondato una civiltà basata
sulla violenza (distruzione, dopo essere stata oggetto di creazione),
insensibile all'incedere degli eoni (il Kalpa buddhista e induista, se
preferiamo), inconsapevole della continua trasfigurazione di materia ed energia
che è il motore del cosmo. L'epopea dei pionieri americani raccontata da Ray
Bradbury ne è esempio poetico: partiti per colonizzare Marte, dovranno infine
soccombere a loro stessi, e abbandonare tutto quello che avevano conquistato (e
in gran parte devastato) per correre in soccorso di loro stessi, nella
catastrofe nucleare scatenata sul pianeta madre. I marziani non dovranno fare
altro che aspettare che il destino degli uomini si compia.
Il genere umano pretende di sfidare l'etica cosmica fondata sulla
restituzione della materia e dell'energia che gli sono state affidate,
illudendosi di poter sopravvivere al succedersi degli eoni e lasciare una
traccia, come un filo di Arianna, tra un evento distruttivo (la fine della
contrazione con la creazione di una singolarità) e il successivo evento
creativo. Si illude: alla fine noi tutti restituiremo le nostre particelle
subatomiche al cosmo, compiendo la nostra parte nella ciclicità degli eventi.
Non è tremendamente bello e rassicurante, tutto ciò?
In questo particolare attimo, nel corso dell'eone corrente, accade che i
blogs Quasibaol e Laicittà si riuniscano in un solo blog - questo - che si
chiama Eclittica, come il percorso apparente del Sole nel cielo. Un trucco, un
gioco di prestigio, una favola raccontata dal cosmo agli uomini quando erano
troppo giovani per capire. Ora, dopo oltre diecimila anni di civiltà, non sono
ancora tutti in grado di capire che le cose cambiano tremendamente al cambiare
della prospettiva. Ma alcuni sono così presuntuosi da credere di aver capito.
Tutto questo, ovviamente, non lascerà traccia, alla fine dei tempi.
Dunque, godiamoci ogni istante.
Nessun commento:
Posta un commento