giovedì 1 agosto 2013

Dieci domande a Bergoglio per capire se andrà lontano


«Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno». (Matteo 5, 33 - 37)

I media ossequiosi di tutto il mondo hanno iniziato una precoce opera di beatificazione di papa Bergoglio, fin dal giorno della sua elezione. In queste ore, in particolare, è stata amplificata a dismisura una banale presa di posizione sui gay, che non si sposta di un millimetro rispetto alla posizione dottrinale della Chiesa sull'omosessualità. Ma tra un elogio e l'altro per dettagli davvero insignificanti, Francesco è stato magnificato per aver concesso un'intervista esclusiva alla tv brasiliana GloboNews, nella quale egli non avrebbe eluso alcuna domanda. Approfittiamo anche noi, allora, del new deal vaticano nelle public relations (gattopardesco nella sostanza) per rivolgergli le domande (non addomesticate) alle quali una parte non trascurabile dell'umanità attende risposta da tempo immemore, visto che il papa che si è voluto chiamare come il povero, onesto santo di Assisi non si sottrae, come i suoi predecessori. Sperando di non dover attendere la prossima Giornata mondiale della gioventù per avere delle risposte.

1) I due precedenti pontefici hanno rivisto (e in alcuni casi si sono anche scusati a nome della Chiesa per gli errori commessi) le loro posizioni storiche e dottrinali sugli ebrei, sul ruolo delle donne (una volta persino ritenute prive di anima), sullo schiavismo coloniale, sull'esistenza del limbo, e altro ancora. Lei ritiene che la sua Chiesa abbia ancora autorevolezza quando afferma le sue tesi sull'omosessualità (e sugli altri cosiddetti "temi etici"), e ritiene ci sia ancora spazio nella sua Chiesa per un ruolo più dignitoso e paritario per le donne? In sostanza, non pensa sia possibile che anche su questo la dottrina ufficiale possa essere in errore, comunque in grave ritardo?

2) La sua Chiesa si è data molto da fare, per molti anni, per nascondere e insabbiare i numerosissimi e terribili casi di pedofilia clericale; fino a che punto intende dare una svolta nel senso di una piena collaborazione con gli organi inquirenti dei singoli paesi nei quali questi casi si sono verificati, e che senso ha fare un mea culpa, a scandalo già esploso, senza modificare sostanzialmente atteggiamento nei confronti delle vittime degli abusi e delle loro famiglie? Inoltre, il celibato sacerdotale sotto il suo pontificato sarà finalmente messo in discussione?

3) Perché continuare a mantenere un distacco così ampio (a volte una ostentata insofferenza) tra la dottrina ufficiale della Chiesa e le esperienze maturate sul campo dai tanti sacerdoti in "prima linea", davanti ai problemi e le necessità concrete degli uomini del ventunesimo secolo? Perché le idee dei cosiddetti "preti di strada" e di molti missionari sono spesso così distanti da quelle dei vertici della Chiesa, se tutti seguite gli insegnamenti dello stesso Vangelo?

4) Perché tanta diffidenza e ostilità nei confronti della non credenza, persino al punto di propiziare una collaborazione con le altre religioni (con le quali, a volte, il cattolicesimo ha ben poco in comune) per combattere una vera guerra all'ateismo? Invece di cercare un confronto autentico, seppure aspro, e su una base di pari dignità, e avere l'umiltà di ascoltare e - se è il caso - di imparare, conservando il rispetto e - di più - l'amore che come cristiani dovreste a tutti? E sulla laicità: come giustifica il fatto che essa viene da voi invocata solo in quei paesi dove il cristianesimo è in minoranza e sotto minaccia da parte degli estremisti locali, e invece svilita e sbeffeggiata dove il cattolicesimo è maggioritario?

5) Interpreta ancora come imprescindibile l'invito di Cristo nel Vangelo ad andare e "convertire tutte le genti" fino al punto da cercare di imporsi ovunque e con ogni mezzo, inclusi quelli non rispettosi delle libertà e delle credenze - o non credenza - altrui, e disonesti intellettualmente (veda la domanda sottostante)? Come vi ponete di fronte alla evidente impossibilità di convertire il mondo intero?

6) Non ritiene che la fede e la religione abbiano nella forza che gli dovrebbe venire da Dio spunto sufficiente a proporsi da sole senza l'aiuto del potere politico, e la sua complicità? Non ritiene che cercare favori e scorciatoie (ad esempio, l'insegnamento pressoché obbligatorio della religione cattolica nelle scuole pubbliche o i finanziamenti di stampo truffaldino come l'otto per mille, le continue ingerenze nell'attività legislativa dei parlamenti nazionali, ecc.) sia offendere la fede e Dio stesso, manifestare una grande mancanza di fiducia nelle sue possibilità? Non ritiene che il cristiano debba semmai convertire con l'esempio e con la propria coerenza, invece che con questi mezzi? Che il concetto di "valori non negoziabili" sia intollerabilmente arrogante, oltre che improduttivo perché inadatto a stabilire un dialogo autentico e costruttivo?

7) Perché la sua Chiesa non riesce a realizzare quel distacco dai beni materiali comandato dal fondatore della Chiesa stessa, e vissuto dal santo da cui lei ha preso il nome? A che scopo, ad esempio, mantenere un onerosissimo patrimonio immobiliare a spese di fedeli e cittadini tutti? Riguardo allo Ior, un istituto di credito su cui pendono molte ombre e guidato da personaggi che si sono comportati come affaristi veri e propri, cercando per di più intollerabili privilegi fiscali blandendo il potere politico: intende solo riformarlo oppure abolirlo, visto che lei stesso ha sostenuto recentemente che «è necessario ma fino a un certo punto»?

8) Nei confronti della scienza, la Chiesa è sempre andata a rimorchio, prendendosi un tempo insostenibilmente lungo prima di accettarne le scoperte, e il progresso scientifico e tecnologico che queste hanno comportato. Ritiene che per la Chiesa sia arrivata l'ora di cambiare approccio rispetto al metodo scientifico o lo considera ancora una minaccia per la religione?

9) Come intende operare per risolvere i numerosi problemi che l'organizzazione della Chiesa ha al suo interno e che ne minano grandemente la credibilità? La coerenza con la sostanza della vostra fede è ancora un valore imprescindibile per le gerarchie, e l'organizzazione secolare della Chiesa di Cristo ha ancora bisogno di bizantinismi, apparati costosi da mantenere, procedure e liturgie tanto complesse che poco o nulla hanno a che fare con la spiritualità?

10) Vuole dire qualcosa, infine, sul suo ruolo durante la dittatura militare in Argentina e sulla frettolosa santificazione di Karol Wojtyla?


Pubblicato ieri qui.

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