atto unico
sipario
scena:
Un cortile, un chiostro con porticato; spazioso, luminoso.
Ad un estremo un pesante portone in legno a due battenti; all'estremo opposto un podio composto da un trono e due sedili a fianco, uno a destra e uno a sinistra, antichi, in legno istoriato e lamina d'oro. Sul trono siede un cardinale in tenuta da cerimonia solenne, due vescovi siedono al suo fianco, bardati allo stesso modo.
Al centro del cortile un lungo tavolo, disposto longitudinalmente, imbandito con ogni ben di dio: cacciagione, frutta, dolci...
Ai lati del tavolo, da una parte e dall'altra, alcuni altri cardinali e vescovi e una fila di una decina di preti e seminaristi molto giovani, tutti in abito talare e cappello 'saturno'. A guardia del portone, dal lato interno, due guardie svizzere impettite, con l'alabarda.
Il portone si apre cigolando, spinto da altre due guardie svizzere che stanno all'esterno: in mezzo a loro un uomo in piedi esita, sbirciando dentro. E' vestito con scarpe da cantiere, jeans e una t-shirt bianca. Macchie di calce e cemento. Giovane, sulla trentina, porta un orecchino. Le guardie gli fanno cenno di entrare indicando con la testa il centro del chiostro.
L'uomo, vistosamente frastornato e intimorito, si incammina esitando. Le due guardie che stavano all'esterno restano al loro posto a guardia del portone, quelle che stavano all'interno seguono l'uomo passo passo, fino al tavolo imbandito, dove si fermano.
Davanti all'uomo, i tre sul podio lo guardano e tacciono, col volto senza espressione. Quando l'uomo si ferma davanti al tavolo, con espressione interrogativa, tutti e tre - all'unisono - sorridono, con un sorriso ampio ed esagerato.
Il cardinale lo benedice col consueto gesto della croce con le tre dita unite, dopodiché parla all'uomo.
"Benvenuto figliolo, benvenuto nel Cortile dei Gentili"
"ehm, grazie. io..."
"la ringraziamo" fa il primo vescovo "per
aver accettato il nostro invito..."
"veramente mi hanno portato qui di peso quei
due..." (indica dietro di sé le guardie)
"... a dialogare con noi" fa il secondo vescovo,
senza ascoltare l’uomo
Cardinale: "Santa Madre Chiesa vuole che
anche i gentili odano la parola di Dio"
primo vescovo: "poiché anche dentro di voi
esistono le domande fondamentali..."
secondo vescovo: "... e un sano
atteggiamento di ricerca che deve essere assecondato..."
C: "...affinché, pur senza conoscerlo e prima che
abbiate trovato l' accesso al suo mistero, Dio possa..."
pv: "... manifestarsi anche a voi... "
(l'uomo segue con lo sguardo i tre, spostando la testa
dal primo al secondo e al terzo e poi di nuovo al primo e così via, mantenendo
un sguardo tra il perplesso e l'ebete)
sv: "... come il Puro e il Grande, anche se rimane a
voi ignoto..."
C: "... in questa società secolarizzata, dove sono ahimè
smarriti i valori fondanti..."
pv: "... dell'umanità, anche voi..."
sv: "... non chiudete la porta e non restate nel
vostro..."
C: "... timore di essere oggetto di evangelizzazione.
Ha capito?"
uomo, dopo qualche secondo di silenzio:
"beh,
io..."
pv: "lei è ateo, vero?" con sguardo
interrogativo e ansioso, improvvisamente severo; i tre si sollevano dalle loro
sedute sporgendosi in avanti; tutti nel cortile restano in sospeso in attesa
della risposta dell'uomo, che alla fine, dopo essersi guardato intorno,
risponde:
"Beh, in un certo senso..."
tutti emettono un sospiro di sollievo, i tre vescovi si
risiedono.
uomo: "senta santità..." (un
seminarista attira la sua attenzione con un colpetto di tosse, e gli fa cenno
di no col ditino)
"ehm... eminenza, eccellenza… insomma, io stavo
lavorando al cantiere tranquillo e sereno, all'improvviso arrivano questi due
vestiti come a carnevale, mi prendono senza darmi una spiegazione e..."
viene interrotto con un gesto della mano dal cardinale.
C: "figliolo, noi vogliamo aiutarla; sappiamo che lei,
in quanto ateo, ha un profondo bisogno di conoscenza della Verità..."
pv: "... perché la sua vita senza dio è
incompleta..."
sv: "... e la stessa Chiesa Madre ha bisogno di condurre
ogni anima al Signore..."
C: "... ecco perché lei è qui. Lei ha bisogno di
noi!"
u: "io ho solo bisogno di portare a casa la pagnotta,
se non torno subito in cantiere mi licenziano, quindi con permesso, è stato un
piacere... " indietreggia e
fa per voltarsi, quando sente un oggetto appuntito infilarsi tra i suoi glutei:
una guardia svizzera gli ha puntato l'alabarda sotto la schiena
C: "con calma figliolo"
(la guardia ritrae l'arma)
pv: "il dialogo è importante"
sv: "voi atei state sempre a dire che noi siamo
intransigenti e assolutisti..."
C: "... per questo noi vogliamo che sia avviato un sano
dialogo..."
pv: "... per il bene di tutti"
u: "ma... ma... io..."
l'uomo sente una mano sulle sue natiche, si volta e vede
un seminarista, che ritrae la mano di scatto.
seminarista: "scusi, sa, volevo solo vedere
se l'alabarda ha prodotto uno strappo nei suoi pantaloni"
sv: "ciascuno di noi ha in sé un non credente e un
credente... "
C: "... che si parlano dentro, che si interrogano a
vicenda, che rimandano..."
pv: "... continuamente domande pungenti l'uno all'
altro"
sv: "lei sente dentro di sé una domanda pungente?"
u: "più che altro, un attimo fa sentivo qualcosa di
pungente dietro di me"
C: "suvvia, non faccia battute infantili. lei avrà
senz'altro dentro di sé una domanda..."
pv: "... urgente di spiritualità, avrà una..."
sv: "... legge morale che fa parte della natura
umana..."
C: "... e l'impronta del Creatore. Lei ha tutte queste
cose proprio dentro di sé"
"mettiamogli dentro anche una carota!" fa
un seminarista, subito zittito da un confratello con una gomitata nel fianco
u: "sentite, non fraintendetemi, ma io ho altre
priorità che cercare un dialogo con voi, con tutto il rispetto, io..."
l'uomo sente una mano sulla coscia, si volta e vede un
altro seminarista che gliela tasta
u: "ma insomma" scacciando il seminarista,
che ritorna al suo posto camminando carponi e guaendo come un cane "che
volete da me?"
pv: "si faccia evangelizzare"
sv: "ci permetta di portarle la buona novella"
u: "quale novella?"
un’espressione di
sconforto si disegna sul volto dei tre religiosi
"prego, favorisca", fa un terzo
seminarista indicando il tavolo "si serva pure" e si
sfrega le mani contento come una pasqua.
visto che i tre sul podio stanno confabulando tra di
loro, l'uomo, sospirando, si avvicina al tavolo e allunga la mano per servirsi
"ma che fa?" gli urla di scatto il
cardinale, indignato
"metta subito giù quella tartina!", gli fa
eco il primo vescovo, perentorio
"quella è roba nostra!", ribadisce il
secondo vescovo, con la faccia feroce
l'uomo rimane con la mano a mezz'aria, stupito, e rimette
giù la tartina che aveva afferrato. Poi dice:
"sentite, davvero, io non so cosa volete, ma avete
trovato sicuramente la persona sbagliata, per cui io andrei..."
"figliolo", fa il Cardinale tornato
mansueto, "lei è felice? riesce a dare alla sua vita" (si
alza e avanza verso l'uomo) "un significato?"
"Conosce" fa il primo vescovo, alzandosi
pure lui "il significato della parola speranza?"
"ritiene di avere un progetto ben definito di
vita?" e il secondo vescovo si alza a sua volta
L'uomo riflette, mentre tutti lentamente si avvicinano a
lui, poi deve ammettere:
"beh, non so esattamente, ma mia moglie è un po' di
giorni che non me la dà, forse ce l'ha con me, e..."
i tre si fermano un attimo, nascondono a stento un moto
di stizza, poi proseguono verso di lui girando intorno al tavolo
C: "lei è un uomo fortunato, figliolo"
pv: "la riapertura del Cortile dei Gentili voluto dal
nostro beneamatosantopaaadre..."
sv: "... è un'occasione davvero speciale, qualcosa
che..."
C: "... è accaduto raramente nella storia..."
pv: "... di Santa Madre Chiesa"
l'uomo volta continuamente la testa per seguire con lo
sguardo i tre che parlano, oramai vicini a lui, e si guarda intorno e alle
spalle, vedendo che anche tutti gli altri si sono avvicinati. Non si sente
affatto sicuro, e questo traspare dalla sua espressione, facendo fremere di una
strana eccitazione tutti i presenti. Indietreggia verso l'uscita ma viene circondato prima di raggiungerla.
C: "la Chiesa vuole il dialogo..."
pv: "... vuole il bene comune..."
sv: "... e siamo qui a dimostrarlo..."
C: "noi dobbiamo dialogare, capisce?" mettendo
l'accento sulla parola 'dobbiamo'
"basta parlare, qualcuno gli metta un limone in
bocca" si sente pronunciare, mentre il cerchio si stringe intorno
all'uomo
u: "aspettate, un momento, ma cosa..."
C: "su, figliolo, non ci deluda..." allungando
le mani su di lui
pv: "... dialoghi con noi..." afferrando
l'uomo per un braccio
sv: "... si faccia evangelizzare!"
il cerchio dei presenti si chiude intorno all'uomo. l'uomo urla. le due guardie svizzere rimaste fuori chiudono il portone.
Mentre si chiude il portone, si intravedono gli abiti dell'uomo che volano in aria; chiuso il portone si sentono da fuori rumori confusi di grida eccitate, mandibole che masticano, ossa succhiate.
All'esterno, una guardia svizzera dice all'altra:
"oggi è già il decimo"
"oggi è già il decimo"
"e a noi non tocca mai di dialogare?"
"già: mai che ne lasciassero un pezzetto anche a
noi!"
Fine
sipario
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