giovedì 25 giugno 2015

Il gender e i Savi di Sion. La storia si ripete?




Il Family day ha portato alla ribalta questa storia folle della teoria del gender, che sta assumendo connotati se non preoccupanti almeno significativi e non trascurabili.

È una sorta di salto di qualità del vasto mondo del NO ai diritti civili e alle libertà individuali delle persone "non omologate". È un'invenzione pura, nata dal nulla, perfetta perché funzionale alla propaganda reazionaria e razzista di quelli che vorrebbero rimettere indietro l'orologio della civiltà, riportarlo all'oscurantismo medievale necessario a chi vuole dominare coscienze e pensiero. Insomma, l'umanità.

Si è scientemente falsificato, manipolato, stravolto un documento che è pura osservazione scientifica (la scoperta della sessualità nell'individuo), a questo si è aggiunta l'avversione storica per ogni tentativo di introdurre l'educazione sessuale e la lotta al bullismo nelle scuole, e la paura che anche qui da noi - come nel resto del mondo civilizzato - si arrivi a riconoscere e normare le unioni diverse da quelle canoniche, cioè eterosessuali e cattoliche. Fondate sul patriarcato e sulla misoginia, e sotto il controllo esclusivo della religione. Si è scientemente creato il mostro, da additare al popolo dei seguaci perché l'avversino e lo combattano. E schiere di uomini piccoli piccoli tentano di afferrare al volo l'occasione per farsi eroi, combattendo per la causa.

L'omofobia è l'ultima grande tragedia del razzismo moderno, rilevante, rispetto ad altre tragedie, perché trasversale e di dimensioni planetarie. Il progressivo affermarsi dei diritti, in numerosi paesi, sta mettendo sempre più in allarme i razzisti moderni, che vedono eroso il loro spazio e compromesso il sogno di un mondo piatto e omologato a ideologie religiose antimoderne. E si stanno organizzando per la controffensiva. La spia è il parossismo col quale il mondo degli omofobi si sta svelando e organizzando, in questi tempi, tra sentinelle in piedi, encicliche papali, family day, e altre pittoresche iniziative.

Il razzismo, storicamente, ha bisogno di pretesti. E quando non ce li ha, semplicemente se li inventa. Ecco perché, parlando della teoria del gender, l'unico riferimento che mi viene in mente, l'unico episodio - in tempi relativamente recenti - simile a questa invenzione, ovvero alla manipolazione spudorata della realtà utile alla discriminazione (e poco noto ai più, perché l'esercizio della memoria è roba di pochi; ma pericoloso, per questo osteggiato da chi ambisce al potere), è il Protocollo dei Savi di Sion. Composto con un'operazione di plagio di opere di satira politica e letteratura, non attinenti agli ebrei, denunciava un complotto segreto di questi per dominare il mondo. Un falso conclamato, ma che ha dato il via, in epoca moderna, alla tragica esplosione antisemita che tutti ricordiamo e conosciamo, un antisemitismo peraltro già ben avviato dai cristiani.



Oggi, si ricorre allo stesso metodo: il complottismo, la menzogna ripetuta, su cui costruire prima la discriminazione e poi la persecuzione. La delegittimazione di istituzioni laiche e scientifiche, come l'Oms; l'uso spregiudicato degli strumenti già a disposizione nei media e nella politica, ammiccando l'occhio alle nuove tecnologie e ai social; l'invasione degli spazi non ancora conquistati (esemplare è la vicenda del sito Informare X Resistere); lo sbandieramento dei feticci (la famiglia, i figli, il matrimonio) che sarebbero messi in pericolo dai nuovi nemici; teorie infondate, antistoriche e antiscientifiche su un presunto ordine "naturale". Questo è ciò che fa da sfondo e contorno alla propaganda odierna, contro le persone lgbt soprattutto, oggetto e bersaglio preferito dai razzisti moderni. La parola chiave è: minaccia. Ebrei allora, persone omosessuali allora e ancora oggi, tutti costituiscono una minaccia, vuoi alla purezza della razza, vuoi alla "natura" umana (per la religione), basata sulla famiglia eterosessuale fondata sul matrimonio cristiano e finalizzata alla procreazione. E di fronte a una minaccia, bisogna reagire: ecco fatto, il gender è servito!

Il gender non è che l'ennesimo tentativo di mantenere intatto il controllo sulla libertà delle persone, attraverso l'idealizzazione della famiglia, ma anche sull'istruzione laica, sul sistema scolastico; e sull'informazione e sull'attività legislativa degli Stati. È un tentativo di contrastare la secolarizzazione che avanza, e che mette in pericolo un sistema religioso sempre meno credibile, oltre che oggetto di innumerevoli scandali. Un sistema millenario, collaudato, ma cui sta sfuggendo di mano il controllo delle coscienze.

C'è una similitudine evidente nel metodo, tra l'invenzione del gender e il falso storico del Protocollo. Ovviamente le conseguenze non saranno - speriamo - esattamente le stesse, ma il salto di qualità non va sottovalutato.

Se ne deve parlare, si deve contrastare, il tentativo va denunciato pubblicamente con maggior vigore e perseveranza. Per una volta la storia non deve ripetersi, sempre uguale.


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