martedì 23 giugno 2015

Familiy Day, il giorno delle bugie



Sono tornati. Dopo la prima edizione, quella storica del 2007 a piazza san Giovanni, quando il fantasma ad agitare i sogni cattolici erano i Di.Co. Ogni volta che ci si avvicina - finalmente - a una regolamentazione, per quanto blanda ed arretrata, sulle coppie di fatto, esplode il parossismo cattolicista. Così ieri si è replicato.

Vediamo la manifestazione di ieri, la piazza riempita grazie all'organizzazione para militare di parrocchie e associazioni, una rete capillare senza pari, in grado di portare intere famiglie. Vediamo, al di là delle dichiarazioni ufficiali degli organizzatori, qual è stata la sua base programmatica, per punti.

1) Arroganza. Migliaia di persone scese in piazza a difendere il privilegio antistorico dei cittadini eterosessuali, quello di potersi sposare e mettere su famiglia, e a pretendere con risolutezza di negarlo con - appunto - arroganza, a tutti gli altri. Per il solito, eterno "fraintendimento" (eufemismo) della Chiesa e della vasta schiera di suoi seguaci per cui essi sono i padroni esclusivi del mondo intero, e delle vite di tutti quelli che lo abitano.

2) Menzogna. Il conosciuto terrorismo clericale, sempre vivo malgrado il "simpatico, umile, moderno" Bergoglio. Oltre alla menzogna storica sulle conseguenze nefaste della parificazione nei diritti e nei doveri di tutte le forme di famiglia, c'è anche la grottesca invenzione della teoria del gender, mistificazione deliberata di un documento dell'Oms che dice tutt'altro, e perfetto slogan che spaventa gli ingenui, da sempre carne da macello delle religioni.

3) Propaganda. Vergognosa, perché condotta anche approfittando dei numerosi mezzi messi a disposizione dallo Stato (quindi tutti noi, nessuno escluso) alla religione. Come l'arruolamento coatto degli insegnanti di religione, a volte sotto minaccia di scomunica in caso di disobbedienza. Sì, quegli insegnanti scelti dalle curie ma pagati dallo Stato.

4) Sprezzo del ridicolo. Vogliamo parlare dei difensori della famiglia di questa edizione del Family Day? Otto anni fa c'erano il pubblico concubino Pierferdinando Casini e il viveur Silvio Berlusconi. Oggi Mario Adinolfi, per esempio, divorziato e risposato a Las Vegas. Oppure l'intramontabile Paola Binetti, mai sposata, e che quindi non sa cosa vuol dire farsi una famiglia. D'altra parte, la coerenza non è mai stata un valore per santa madre Chiesa e per frotte di cattolici militanti.

5) Alleanza dei monoteismi, dettaglio, questo, da non trascurare. Divisi sulla teologia ma uniti, unitissimi nella guerra all'ateismo e ai diritti delle minoranze, alla aspirazione all'uguaglianza dei cittadini, i monoteismi sono pronti da tempo alla guerra santa. La presenza in piazza dell'imam di Centocelle, quartiere della capitale, e del rabbino capo di Roma, lo testimonia una volta di più. L'imam, che peraltro rappresenta una religione che ammette la poligamia, era una presenza davvero "congrua" in quella piazza cattolica fin nel midollo.

Insomma, la Woodstock dell'odio cattolico, il disprezzo profondo verso ogni differenza. Un'immensa ode alla sessuofobia religiosa, per la quale intere generazioni, milioni, miliardi di persone innocenti sono state rovinate per tutta la loro esistenza. Roba da psicanalisi di massa.

La risposta migliore a tutto questo, probabilmente, è quella della stessa Monica Cirinnà, relatrice del ddl in discussione in Parlamento: «Io ho fatto un lavoro di inclusione di tutte le famiglie, di tutti gli amori e di tutti gli affetti. Noi, io tutti parliamo della libertà dell'amore e di diritti per tutti. Credo che il Family Day si sia trattato di un piazza di privilegiati eterosessuali che affermano di volersi tenere i loro privilegi».

Infine, quanto alla bugia gigantesca sull'indottrinamento gender, ci ha pensato l'Ordine degli psicologi a fare chiarezza. Per chi è interessato alla verità, con la v minuscola, e non alla propaganda da terzo reich.

Già pubblicato qui.





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