Parliamone adesso, a mente fredda. E cominciamo dalla coerenza: la
coerenza è una brutta bestia. Sfugge, è difficilissima da conquistare, è
pesante da portare. E' un'arma a doppio taglio: se ne parli - specie se quella
di altri - sarebbe meglio se l'avessi già. Per cui, io per primo dovrei
parlarne con cautela.
Non compro mai giornaletti scandalistici per casalinghe
intellettualmente ipodotate, e non intendo cominciare proprio ora; quindi del
numero di Visto con l'opuscolo con le barzellette sui gay non so nulla, se non
quello che ho letto su giornali e social. Ma mettiamo per un momento che le
barzellette che contiene siano tutte come quella che sta in copertina: stupida,
certo, perché priva di sostanza e intelligenza, non fa altro che riproporre lo
stereotipo fine a se stesso (come tutti gli stereotipi) del gay effemminato. I
maschi effemminati esistono, ma barzelletta è un'arte, ricordiamolo, grandi
dello spettacolo come Gino Bramieri ci hanno costruito una carriera. La barzelletta,
se possiedi quest’arte, si può proporre anche in prima persona, ottenendo che a
coprirsi di ridicolo sia proprio chi la racconta.
Molti, gay e non, si sono sentiti offesi da questa iniziativa. L'editore
l'ha difesa, il direttore si sarebbe scusato. Si è detto: i gay sono
discriminati, non sono come i Carabinieri. Vero. Quello verso i gay è un vero e
proprio razzismo di Stato, che discende direttamente dal razzismo di matrice
religiosa (la religione, si sa, ha generato o avallato pressoché ogni tipo di
razzismo), la discriminazione politica dei gay in Italia è un dato di fatto.
Facciamo un passo indietro: ricordate l'episodio sanremese de I soliti
idioti, che su palco della manifestazione nazional-popolare hanno riproposto lo
sketch dei due gay Fabio e Fabio? Ne scrissi in un pezzo; forse varrebbe la
pena rileggerlo, perché tra i due episodi ci sono molti punti in comune. Nei
commenti sono stato aspramente criticato, a volte a sproposito.
Il punto è: ci sono argomenti o categorie di persone su cui non si può
fare satira, ironia o semplice scherno? E' vero: i gay si trovano in una
situazione ben più complessa dei Carabinieri – peraltro antropologicamente
stupidi, secondo la consuetudine barzellettiera italica - o gli obesi. Ma
l'attitudine a canzonare dei soggetti perché non conformi all'immaginario
collettivo della persona "regolare" è la stessa.
Anche io, come tanti, rincorro la coerenza: ma raramente la raggiungo,
sono conscio che è una vera impresa. Ma a parziale scusante, posso addurre il
fatto che io sono un pirla qualunque, non conto niente. Diverso è il discorso
se parliamo di personaggi pubblici, a maggior ragione se si tratta di
"moralisti di professione": da loro la coerenza io - io - la
pretendo! Sennò per me sono solo dei buffoni, con tutto il rispetto per i
buffoni veri, che la loro è una nobile arte.
Quanti di quelli che in questi giorni si sono stracciati le vesti per
l'opuscolo con le barzellette sui gay hanno reagito allo stesso modo quando Berlusconi
o Brunetta vengono sfottuti per la loro bassa statura, non (non solo) fatti
bersaglio per le loro posizioni politiche, o Mario Adinolfi per il suo peso?
Dal punto di vista legislativo, sostengo la necessità di una legge che
punisca l'omofobia (ma non penso che se ci fosse non si racconterebbero più
barzellette sui gay). OPPURE: sostengo l'abolizione dell'intera legge Mancino e
vorrei che il vilipendio della religione, qualunque cosa voglia dire, fosse
depennato dal codice penale. A proposito della coerenza che manca ai razzisti
cattolici, tra sentinelle in piedi e altre manifestazioni che oscillano tra il
ridicolo e la formidabile ipocrisia.
Ma le barzellette c’entrano poco, e una questione sociale e politica
grave come la cultura dell’omofobia non si risolve pretendendo la chiusura di
un giornale, per quanto deleterio per le capacità di raziocinio di chi lo legge.
Forse il problema vero, come ha scritto Michele Fusco ieri su Il Fatto
quotidiano, è che quelle "barzellette" non fanno ridere, piuttosto
fanno schifo.
A proposito: «gli eterosessuali una volta morti torneranno ad essere
cenere. E i gay? Cipria!».
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