martedì 19 agosto 2014

Di gay e barzellette


Parliamone adesso, a mente fredda. E cominciamo dalla coerenza: la coerenza è una brutta bestia. Sfugge, è difficilissima da conquistare, è pesante da portare. E' un'arma a doppio taglio: se ne parli - specie se quella di altri - sarebbe meglio se l'avessi già. Per cui, io per primo dovrei parlarne con cautela.

Non compro mai giornaletti scandalistici per casalinghe intellettualmente ipodotate, e non intendo cominciare proprio ora; quindi del numero di Visto con l'opuscolo con le barzellette sui gay non so nulla, se non quello che ho letto su giornali e social. Ma mettiamo per un momento che le barzellette che contiene siano tutte come quella che sta in copertina: stupida, certo, perché priva di sostanza e intelligenza, non fa altro che riproporre lo stereotipo fine a se stesso (come tutti gli stereotipi) del gay effemminato. I maschi effemminati esistono, ma barzelletta è un'arte, ricordiamolo, grandi dello spettacolo come Gino Bramieri ci hanno costruito una carriera. La barzelletta, se possiedi quest’arte, si può proporre anche in prima persona, ottenendo che a coprirsi di ridicolo sia proprio chi la racconta.

Molti, gay e non, si sono sentiti offesi da questa iniziativa. L'editore l'ha difesa, il direttore si sarebbe scusato. Si è detto: i gay sono discriminati, non sono come i Carabinieri. Vero. Quello verso i gay è un vero e proprio razzismo di Stato, che discende direttamente dal razzismo di matrice religiosa (la religione, si sa, ha generato o avallato pressoché ogni tipo di razzismo), la discriminazione politica dei gay in Italia è un dato di fatto.
Facciamo un passo indietro: ricordate l'episodio sanremese de I soliti idioti, che su palco della manifestazione nazional-popolare hanno riproposto lo sketch dei due gay Fabio e Fabio? Ne scrissi in un pezzo; forse varrebbe la pena rileggerlo, perché tra i due episodi ci sono molti punti in comune. Nei commenti sono stato aspramente criticato, a volte a sproposito.

Il punto è: ci sono argomenti o categorie di persone su cui non si può fare satira, ironia o semplice scherno? E' vero: i gay si trovano in una situazione ben più complessa dei Carabinieri – peraltro antropologicamente stupidi, secondo la consuetudine barzellettiera italica - o gli obesi. Ma l'attitudine a canzonare dei soggetti perché non conformi all'immaginario collettivo della persona "regolare" è la stessa.

Anche io, come tanti, rincorro la coerenza: ma raramente la raggiungo, sono conscio che è una vera impresa. Ma a parziale scusante, posso addurre il fatto che io sono un pirla qualunque, non conto niente. Diverso è il discorso se parliamo di personaggi pubblici, a maggior ragione se si tratta di "moralisti di professione": da loro la coerenza io - io - la pretendo! Sennò per me sono solo dei buffoni, con tutto il rispetto per i buffoni veri, che la loro è una nobile arte.

Quanti di quelli che in questi giorni si sono stracciati le vesti per l'opuscolo con le barzellette sui gay hanno reagito allo stesso modo quando Berlusconi o Brunetta vengono sfottuti per la loro bassa statura, non (non solo) fatti bersaglio per le loro posizioni politiche, o Mario Adinolfi per il suo peso?

Dal punto di vista legislativo, sostengo la necessità di una legge che punisca l'omofobia (ma non penso che se ci fosse non si racconterebbero più barzellette sui gay). OPPURE: sostengo l'abolizione dell'intera legge Mancino e vorrei che il vilipendio della religione, qualunque cosa voglia dire, fosse depennato dal codice penale. A proposito della coerenza che manca ai razzisti cattolici, tra sentinelle in piedi e altre manifestazioni che oscillano tra il ridicolo e la formidabile ipocrisia.

Ma le barzellette c’entrano poco, e una questione sociale e politica grave come la cultura dell’omofobia non si risolve pretendendo la chiusura di un giornale, per quanto deleterio per le capacità di raziocinio di chi lo legge. Forse il problema vero, come ha scritto Michele Fusco ieri su Il Fatto quotidiano, è che quelle "barzellette" non fanno ridere, piuttosto fanno schifo.

A proposito: «gli eterosessuali una volta morti torneranno ad essere cenere. E i gay? Cipria!».




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